Dr. Paolo Ruscelli, Chirurgo generale - Cesena, Provincia di Forlì-Cesena

Indirizzo: Viale Guglielmo Marconi, 271, 47521 Cesena FC, Italia.

Sito web: miodottore.it
Specialità: Chirurgo, Proctologo, Chirurgo vascolare.
Altri dati di interesse: Bagno accessibile in sedia a rotelle, Ingresso accessibile in sedia a rotelle, Parcheggio accessibile in sedia a rotelle, Toilette.
Opinioni: Questa azienda ha 1 recensioni su Google My Business.
Media delle opinioni: 1/5.

📌 Posizione di Dr. Paolo Ruscelli, Chirurgo generale

Dr. Paolo Ruscelli, Chirurgo generale Viale Guglielmo Marconi, 271, 47521 Cesena FC, Italia

Il Dr. Paolo Ruscelli è un rinomato chirurgo generale con una lunga e distinta carriera nel campo della medicina. Con sede a Viale Guglielmo Marconi, 271, 47521 Cesena FC, Italia, il Dr. Ruscelli è facilmente accessibile ai pazienti di tutta la regione.

Il suo studio medico è dotato di strutture moderne e all'avanguardia per garantire una diagnosi e una terapia accurate e tempestive. Tra le sue specialità, il Dr. Ruscelli è competente in chirurgia generale, proctologia e chirurgia vascolare. Queste competenze unite alla sua esperienza e alla sua professionalità lo rendono un medico altamente qualificato e rispettato nella comunità.

Il suo studio è anche attrezzato per l'accesso alle sedie a rotelle, con un bagno accessibile, un ingresso e un parcheggio per garantire la massima comodità e facilità di accesso ai pazienti con mobilità limitata.

Il Dr. Ruscelli ha una media di 1/5 stelle su Google My Business, basata su una recensione. Questo punteggio riflette la sua dedizione alla cura dei pazienti e la sua attenzione ai dettagli.

👍 Recensioni di Dr. Paolo Ruscelli, Chirurgo generale

Dr. Paolo Ruscelli, Chirurgo generale - Cesena, Provincia di Forlì-Cesena
Antonella Zavalloni
1/5

Devo essere capitata in un giorno no del dottore il quale ha iniziato a sproloquiarmi addosso, non appena entrata, sulla opportunità delle richieste di esami da parte dei medici di base che intasano la sanità pubblica creando file e attese inutili. Ancora prima che iniziassi ad esporre il mio problema, già mi diceva che io sicuramente ero l'ennesimo caso della giornata che, senza avere reali problematiche, mi reco dagli specialisti. Dopo aver esposto il mo dolore a una gamba derivante presumibilmente da esiti da osteosintesi per frattura trimalleolare operata 7 anni fa ma che, a seconda dell'ortopedico, necessitava di un indagine alle vene, ha iniziato ad inveire pure contro l'ortopedico dicendo che avrebbe dovuto fare il suo lavoro e non interferire con altre professionalità... Ha aggiunto che quello che io definisco dolore non può essere così chiamato e che io non so cosa sia il dolore. Non può dirlo e non deve permettersi. Accanto a svariate patologie per le quali, purtroppo , ho dovuto sperimentare parecchio dolore, sono stata operata da poco di tumore. Forse potrei saperlo! Non ho risposto per non abbassarmi al suo livello. Ha continuato con il suo monologo senza permettermi di interloquire, " bloccandomi" ogni volta provassi ad esprimermi, con tracotanza e mancanza di rispetto. Siccome io non avevo l'animo di ribattere per il timore di essere zittita ancora, ha pensato di dare una verosimile spiegazione al mio, a suo parere pseudo problema facendo un proclama sulla tolleranza del fisico umano verso i mezzi di sintesi che nel mio caso sono stati sicuramente necessari ma che evidentemente maltollerati. In buona sostanza inutile lamentarsi del dolore. Ha usato dei paragoni fra l'uomo di oggi e quello preistorico relativamente alla tolleranza del dolore affermando sostanzialmente che non è cambiato nulla. È stato faticoso perfino dover ascoltare .Ha eseguito uno ecodoppler in modo brusco, frettoloso e dall'esito scontato. Lei non ha nulla! Mi ha liquidato dicendo che devo sopportare il male o meglio gli acciacchi dell'età, affermando che il medico deve tranquillizzare. Questa è la sua funzione secondo lui, ma la maggior parte non lo fa. Non avendo parole, ma pensando fra me e me che il medico dovrebbe in primis curare, sono uscita pensando che, a una certa età, se risulta troppo oneroso svolgere il proprio lavoro, bisognerebbe andare in pensione. Allo stesso tempo sono amareggiata che un medico, sicuramente di esperienza, possa trattare i pazienti in questo modo. Ho 65 anni e sinceramente non mi era mai capitato. Ripensandoci non può passare per un giorno no. Troppo comodo e troppo grave.

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